sabato 20 dicembre 2014

Scoperta una superterra distante 180 anni luce

Di nuovo attivo il cacciatore di pianeti Kepker

Rappresentazione grafica della superterra Kepker-62f
E' di nuovo attivo il cacciatore di pianeti della Nasa, il satellite Kepler, e scopre un pianeta poco più grande della Terra ma probabilmente troppo caldo per ospitare forme di vita simili a quelle terrestri. 
Del diametro 2,5 volte quello della Terra, il pianeta si chiama HIP 116454b, e si trova a 180 anni luce da noi nella costellazione dei Pesci. La sua orbita è molto veloce, dura solo nove giorni, e la sua stella è più piccola e più calda del Sole.
In via di pubblicazione sull' Astrophysical Journal, la scoperta inaugura la 'nuova vita' di Kepler siglata K2 che estende gli obiettivi della missione alla ricerca di pianeti simili alla Terra in grado di ospitare la vita alle stelle vicine e all'osservazione di ammassi stellari, galassie e supernove. Inoltre, sottolinea Paul Hertz, direttore della divisione astrofisica della Nasa, Kepler selezionerà i pianeti da studiare poi con il telescopio spaziale James Webb, che sarà il successore di Hubble, per analizzare le loro atmosfere e cercare per le firme della vita.
Kepler cerca i pianeti con la tecnica dei transiti: quando il pianeta passa davanti al disco della sua stella c'è un calo di luce nella luminosità dell'astro, indizio che un pianeta ha occultato una porzione di stella. Per osservare queste oscillazioni nella luce delle stelle c'è bisogno di precisione assoluta nelle misure sulla luminosità, garantite dalla stabilità del sistema di puntamento.
Per ottenere questo è cruciale mantenere stabile l'assetto del telescopio spaziale con strumenti chiamati ruote di reazione. La scorsa estate si era rotta una delle quattro ruote di reazione di Kepler mettendo fuori uso il telescopio spaziale. Ma ora i ricercatori della Nasa hanno usato una nuova strategia per mantenere stabile il puntamento: la pressione della luce del Sole è usata come forza, insieme alle altre tre ruote di reazione, per mantenere stabile la posizione del telescopio.

Kitsune

tratto da: ansa

martedì 16 dicembre 2014

L'acceleratore Lhc si riaccenderà a marzo 2015

Il primo gruppo di magneti ha già raggiunto energia record

Il piu' grande e potente acceleratore di particelle al mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, 'scalda i muscoli' per preparasi a entrare in funzione nel marzo 2015. Lo ha annunciato il Consiglio del Cern.
Il gigante scalda i muscoli
Il 9 dicembre scorso, si legge nel sito Lhc Italia dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), i magneti superconduttori di un primo settore dell'acceleratore hanno raggiunto per la prima volta le prestazioni necessarie per far circolare fasci di protoni all'energia record di 6.500 miliardi di elettronvolt (6,5 TeV), mai raggiunta finora da nessun acceleratore. Durante questo secondo ciclo di operativita', della durata di tre anni, l'acceleratore lavorera' ad un'energia quasi doppia rispetto a quella degli inizi: l'obiettivo ambizioso e' quello di arrivare ad ottenere collisioni ad un'energia mai raggiunta finora in nessun acceleratore al mondo, pari a 13.000 miliardi di elettronvolt (TeV).
Verso la nuova fisica
Dopo due anni di pausa, dunque, Lhc si prepara ad affrontare questo secondo 'run', destinato a svelare le nuove frontiere della fisica delle particelle dopo il successo della scoperta del bosone di Higgs. ''E' un passo molto importate e ben preparato e a cui l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) ha contribuito con molto impegno'', afferma Antonio Zoccoli, della giunta esecutiva Infn. ''Lo stop tecnico di questi due anni - aggiunge - ha consentito agli esperimenti di lavorare per migliorare gli apparati sperimentali e i detector in vista della ripartenza e del nuovo periodo di presa dati che potrebbe portare a nuove scoperte e svelare nuove frontiere della fisica delle particelle''.
Nei mesi scorsi la macchina e' stata progressivamente raffreddata e raggiungerà la temperatura di circa 1.9 gradi kelvin (pari a -271 gradi centigradi), vicinissima allo zero assoluto. Tutti i team sono al lavoro per testare la macchina prima del primo giro di protoni, previsto per la primavera 2015.

Kitsune

tratto da: ansa

martedì 9 dicembre 2014

Marte era ricco di laghi, più facile trovare tracce di vita passata

Lo indicano i dati del robot Curiosity della Nasa


Marte era costellato di laghi: lo indicano i dati del robot laboratorio della Nasa Curiosity, che dall'agosto 2012 sta esplorando il grande cratere Gale. Questo stesso gigantesco cratere è stato occupato per milioni di anni da un grande lago e il Monte Sharp, che si trova al centro del cratere, potrebbe essersi formato dai sedimenti del lago.

E' una scoperta importante sia in vista delle missioni umane sul pianeta rosso, sia di altre missioni che puntano a scoprire indizi di vita passata. ''Le scoperte sull'evoluzione dell'ambiente di Marte contribuiranno ad orientare le future missioni a caccia di segni di vita marziana'', ha osservato Michael Meyer, del programma per l'esplorazione di Marte della Nasa. Alto ben cinque chilometri, il monte Sharp è molto stratificato: i fianchi alla sua base sono formati da centinaia di strati di rocce. Perché questa montagna così stratificata si trovi in un cratere è stato finora difficile da spiegare.

Tutti i dati finora raccolti suggeriscono che Marte possa avere avuto in passato un clima mite e umido per un periodo molto lungo, tanto da poter garantire l'esistenza di laghi in molte regioni. ''La nostra ipotesi - sottolinea Ashwin Vasavada, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa - contesta l'idea che le condizioni calde e umide siano state transitorie, locali, o solo sotterranee su Marte''.





Kitsune

tratto da: ansa







mercoledì 3 dicembre 2014

Misterioso 'Ufo' russo preoccupa l'Occidente

Vaga nello spazio da maggio, potrebbe essere un satellite-killer

Un 'misterioso' oggetto russo disturba i sonni delle agenzie spaziale occidentali: si tratta di 'Object 2014-28E', inizialmente catalogato come detrito dopo il lancio di un razzo russo per mettere in orbita tre satelliti, lo scorso maggio. Ma l'oggetto misterioso ha iniziato a muoversi, avvicinandosi ad altre installazioni spaziali russe, scrive il Financial Times, e scatenando la curiosità e le preoccupazioni degli astronomi.
Potrebbe trattarsi di un 'ammazza-satelliti', spiegano gli esperti, che non sono in grado di capire se '2014-28E' (catalogato dal Norad come 39765) abbia scopi civili o militari. "Qualsiasi cosa sia, sembra abbia funzioni sperimentali", afferma Patricia Lewis, del think-tank Chatham House: "Potrebbe avere diverse funzioni, forse è un sistema di agganciamento, o forse un meccanismo per sparare ad altri satelliti, per lanciare cyber attacchi o oscurare il segnale con jamming".
Secondo Ft, la Cina ha dimostrato nel 2007 di essere in grado di abbattere un satellite con un missile, una capacità mostrata anche dagli Usa un anno dopo, nel 2008. Ufficialmente la Russia ha sospeso il suo programma sui satelliti killer, Istrebitel Sputnikov, subito dopo la fine della Guerra Fredda. Tuttavia nel 2010 l'allora comandante della forze spaziali, Oleg Ostapenko, che oggi è a capo dell'agenzia spaziale russa, accennò alla ripresa del programma. Insomma, le Star Wars protagoniste della scena a fine Anni 80 sembrano essere a portata di mano: l'Object 2014-28E potrebbe segnare l'inizio di una nuova stagione di confronti spaziali.

Kitsune

tratto da: fonte

martedì 2 dicembre 2014

Un tris di asteroidi si avvicina alla Terra

Il primo appuntamento in diretta streaming con il Virtual Telescope


Un tris di asteroidi sta per avvicinarsi alla Terra: il primo del gruppo ha un diametro di 20 metri e passerà il 2 dicembre alle 5,51 (ora italiana), gli altri due ci 'sfioreranno' il 7 e il 10 dicembre.
Il primo asteroide, indicato con la sigla 2014 WC201, al momento del massimo avvicinamento alla Terra si troverà alla distanza di 540.000 chilometri, ossia 1,4 volte la distanza della Luna. ''Ovviamente è una distanza di tutta sicurezza, ma è comunque una circostanza spettacolare per osservare il passaggio'', spiega l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma.
Il passaggio potrà essere osservato sul canale Scienza e Tecnica dell'ANSA, in diretta streaming con il Virtual Telescope a partire dalla mezzanotte del primo dicembre.
Il 'sasso' celeste sarà difficile da osservare con piccoli telescopi, ma si potrà tentare di fotografarlo anche con strumenti amatoriali.
Al momento del massimo avvicinamento, spiega l'astrofisico, l'asteroide sarà nella costellazione dei Cani da caccia mentre quando comincia la diretta si troverà nella costellazione dell'Orsa Maggiore.
Il 7 dicembre l'asteroide 2014 WX202 passerà ancora più vicino: con un diametro di appena cinque metri, raggiungerà la minima distanza dalla Terra di 385.000 chilometri (quasi la stessa distanza della Luna, che si trova a 384 mila chilometri) alle ore 20,56 italiane.
A chiudere la 'sfilata' è l’asteroide 2014 WU200, del diametro di circa sei metri: raggiungerà il massimo avvicinamento alla Terra il 10 dicembre alle ore 17,15 italiane, quando transiterà a 460.000 chilometri dal nostro pianeta.



Kitsune

tratto da: fonte

mercoledì 26 novembre 2014

Gli esperimenti di Samantha Cristoforetti

Blind and Imagined - move Short bLind plus shrINK (SLINK)

Obiettivo della ricerca
Obiettivo della ricerca è lo studio dei meccanismi di adattamento sensori-motorio alla condizione prolungata di assenza di gravità, in astronauti impegnati in missioni spaziali sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). In particolare ci si propone di indagare le nuove strategie e i nuovi criteri di pianificazione ed esecuzione del movimento indotti dall’ambiente microgravitazionale, tramite due protocolli di movimento sperimentali: MOVE SB (MOVE Short and Blind), movimenti di raggiungimento di un target, e SHRINK (Space Height Reference In Non-gravitational Kinetics), movimenti di lancio e recupero di una palla virtuale.

domenica 23 novembre 2014

Oggi parte Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana

In diretta con l'Asi le immagini della partenza


E' arrivato il giorno della partenza per la prima donna astronauta italiana. Alle 22 e 01 italiane Samantha Cristoforetti volerà, diretta alla Stazione Spaziale Internazionale, a bordo di una Soyuz dalla base russa di Baikonur, nel Kazakistan.
Comincia così la missione Futura, la seconda di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Per Samantha Cristoforetti la giornata è cominciata molto presto. La sveglia per gli astronauti è suonata infatti alle 5 del mattino (mezzanotte in Italia) e oggi sarà una lunghissima giornata scandita dagli ultimi controlli, i saluti alle persone più care e gli immancabili rituali che precedono la partenza di ogni astronauta dalla base russa.

mercoledì 19 novembre 2014

Segnali di molecole organiche sulla cometa di Rosetta

Risulta dai dati preliminari di Philae

Segnali della presenza di molecole organiche potrebbero essere stati rivelati sulla cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko: lo dice l'Agenzia Spaziale Tedesca (Dlr) riferendosi ai dati preliminari di uno degli strumenti a bordo del lander Philae, Cosac (Cometary Sampling and Composition Experiment), realizzato in Germania. Ma sottolinea la Dlr ''l'identificazione e l'analisi delle molecole è ancora in corso''. Realizzato sotto la responsabilità scientifica dell'Istituto Max Planck per la ricerca sul Sistema Solare, Cosac 'annusa' e analizza i gas emessi dalla cometa raggiunta dalla missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea.

Completata la prima sequenza di esperimenti
Prima di 'assopirsi' sulla cometa 67P-Churyumov-Gerasimenko, il lander Philae, sottolinea la Dlr in una nota, è stato in grado di completare la prima sequenza degli esperimenti a bordo, facendo affidamento sulla batteria primaria e raccogliendo una grande quantità di dati preziosi, acquisibili solo attraverso il diretto contatto con la superficie.
Superficie di ghiaccio coperta da polveri
Uno dei primi aggiornamenti è arrivato dai sensori di Mupus (Multi-Purpose Sensors for Surface and Sub-Surface Science), il braccio meccanico vibrante con una sonda alla sua estremità che ha 'martellato' la superficie: i dati mostrerebbero che la cometa ha una superficie dura, comparabile al ghiaccio coperta da uno strato di 10-20 centimetri di polveri.
Ghiaccio a 170 gradi sotto zero
Mupus ha misurato anche la temperatura dello strato di ghiaccio che è di 170 gradi sotto zero.
Anche Sesame (Surface Electrical, Sismic and Acoustic Monitoring Experiment), che ha ascoltato le rilevazioni sismiche della superficie, conferma le rilevazioni di Mupus sullo strato di polveri che ricoprono il ghiaccio e sul basso livello di attività cometaria del luogo in cui si trova Philae.
Alla lista di esperimenti attivati si aggiungono Rolis, (Rosetta Lander Imaging System) che ha fotografato la discesa sulla cometa e Civa, la camera che ha realizzato la prima panoramica a 360 gradi del punto in cui si trova Philae.

Kitsune

tratto da: ansa

domenica 16 novembre 2014

Cominciata ibernazione per lander Rosetta

Impresa senza precedenti, a caccia dei segreti della vita 

Il lander Philae è entrato in ibernazione sulla 'sua' cometa. Le sue batterie si sono esaurite nonostante il leggero movimento di rotazione, che nei giorni scorsi aveva permesso di esporre alla luce una maggior superficie dei pannelli solari. "Philae si è addormentato, dopo aver fatto anche l'ultima parte della sequenza di operazioni programmata" ha detto il coordinatore scientifico dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Flamini.

L'Asi è infatti responsabile del lander Philae insieme alle agenzie spaziali francese (Cnrs) e tedesca (Dlr). Della sequenza di operazioni fanno parte anche i comandi che azionano il trapano Sd2, interamente italiano. E' stato infatti progettato dal gruppo del Politecnico di Milano, coordinato da Amalia Ercoli Finzi, e costruito dalla Selex Es (gruppo Finmeccanica). "La sequenza relativa al dispiegamento del trapano è stata completata - ha detto Flamini - perché il trapano è fuoriuscito in tutta la sua lunghezza, ossia circa 50 centimetri". Questo lascerebbe supporre che la perforazione possa essere avvenuta, ma la conferma potrà arrivare soltanto dai dati di Philae, che i ricercatori stanno analizzando in questi giorni".
''I campioni saranno riscaldati in modo da poter analizzare i gas e individuare gli elementi chimici, parallelamente viene analizzata la struttura del materiale prelevato'', ha spiegato nei giorni scorsi  il 'pilota' di Rosetta, Andrea Accomazzo, responsabile delle operazioni della missione.  ''Philae si è spenta in automatico ed è entrata in ibernazione'', ha detto ancora Accomazzo. Le cose potrebbero cambiare nel momento in cui la cometa si riavvicinerà al Sole: ''quando le stagioni sulla cometa cambieranno - ha concluso - il lander potrebbe riattivarsi. Noi continueremo ad ascoltarlo''.
La cometa di Rosetta sembra più antica del previsto, più polverosa di quanto immaginato e potrebbe essersi formata nella stessa regione dei pianeti rocciosi come la Terra: sono le prime conclusioni che arrivano dall'analisi dei suoi grani raccolti dallo strumento italiano Giada (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator).

Kitsune

tratto da: ansa

mercoledì 12 novembre 2014

Fukushima, riattivi da gennaio reattori nucleari di Sendai. Ma i giapponesi non vogliono

La riaccensione dei primi due impianti nel distretto di Kagoshima è prevista per gennaio: manca solo l'ok del primo ministro, Shinzo Abe, che si è detto da tempo favorevole. "Il riavvio era inevitabile", ha commentato il governatore locale Yuichiro Ito.
I reattori Sendai 1 e 2, nel distretto di Kagoshima, saranno riaperti. Il via libera definitivo è arrivato dalla prefettura locale che ha ritenuto gli impianti conformi ai nuovi parametri di sicurezza molto stringenti stabiliti dopo il disastro nucleare di Fukushima, nel 2011. Una decisione che attende solo l’ok del primo ministro giapponese, Shinzo Abe, per diventare esecutiva a tutti gli effetti, anche se il presidente nipponico non ha mai nascosto la volontà a far ripartire il comparto nucleare del Paese, il cui stop, aveva spiegato, “ha colpito duramente l’economia nazionale“. “Tenendo conto dei diversi fattori nel loro insieme, ho giudicato che il riavvio delle unità 1 e 2 di Sendai sia inevitabile”, ha detto il governatore, Yuichiro Ito, soddisfatto per la ripresa dell’attività dei primi due reattori giudicati idonei a riprendere le attività.

L’ok a procedere era già arrivato a settembre, quando la Nuclear Regulation Authority (Nra), l’organismo che ha il compito di valutare il rispetto della nuova stringente normativa sulla sicurezza nucleare, aveva dato parere positivo dopo aver visionato gli impianti e studiato tutte le nuove caratteristiche. Proprio in quell’occasione, Shinzo Abe, che dovrebbe dare il permesso per la riaccensione dei reattori da gennaio 2015, aveva espresso la propria soddisfazione per i passi in avanti nel processo di rinnovamento dell’industria nucleare giapponese.
Il presidente e i sostenitori del programma nucleare nipponico dovranno fare i conti, però, con un’ampia parte dell’opinione pubblica contraria alla riapertura delle centrali nell’isola, ancora scioccata dal disastro provocato dallo tsunami che, nel 2011, si è abbattuto sul Paese asiatico. Sedicimila persone, a settembre, manifestarono a Tokyo proprio contro la riapertura degli impianti, anche in considerazione dei dati riguardanti il picco di suicidi a Fukushima che, dall’aprile 2011, hanno toccato quota 1500.

Kitsune

tratto da: fonte

mercoledì 5 novembre 2014

Più difficile la caccia ai mondi alieni

I pianeti 'abitabili' sono offuscati dalla luce zodiacale
 
Si complica la caccia ai 'fratelli della Terra', ossia ai pianeti esterni al Sistema Solare che potrebbero ospitare forme di vita. Vengono infatti offuscati da una luce mille volte più brillante di quella osservata intorno al Sole:è la luce zodiacale, osservata per la prima volta attorno a nove stelle vicine. La scoperta, pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics, si deve al gruppo coordinato da Steve Ertel, dell'Eso (European southern observatory), sulle Ande cilene, grazie al telescopio Vlt. 
La luce zodiacale
La luce zodiacale è la luce stellare riflessa dalla polvere creata dalla collisione tra asteroidi e dall'evaporazione di comete. Dalla Terra appare come un diffuso e debole chiarore visibile dopo la fine del crepuscolo, o appena prima dell'alba e può essere vista anche da qualsiasi punto del Sistema Solare. 
Stelle 'polverose'
Tramite il telescopio Vlt gli astronomi hanno osservato 92 stelle vicine, scoprendo la luce zodiacale brillante in nove di esse. In questo caso hanno osservato la polvere generata dalla collisione tra piccoli oggetti di pochi chilometri di diametro, detti planetesimi (simili agli asteroidi e alle comete), scoprendo che la maggior parte della polvere si trova intorno alle stelle più antiche.  
Un risultato sorprendente
Un risultato che ha sorpreso i ricercatori, dal momento che la produzione di polvere causata dalla collisione dei planetesimi dovrebbe diminuire nel tempo, poichè il loro numero cala a mano a mano che vengono distrutti. La luce zodiacale rivelata in questo studio è invece mille volte più brillante di quella finora osservata intorno al Sole. Per uno degli autori della ricerca, Olivier Absil dell'Università di Liegi, ''sembra che ci sia un grande numero di sistemi che contengono polvere meno brillante, non rivelabile con la nostra ricerca, ma sempre molto più brillante di quella del Sistema Solare''.

Kitsune

tratto da: ansa 

lunedì 3 novembre 2014

Scoperti i geni che resistono all’Ebola

Individuati nei topi, aprono la strada al vaccino

Scoperti i geni che resistono all'Ebola. Sono stati individuati nei topi e il risultato, pubblicato sulla rivista Science, apre la strada allo sviluppo di vaccini e trattamenti contro la malattia. La scoperta si deve al gruppo coordinato da Angela Rasmussen e Michael Katze, dell'università di Washington. 
Il gene Tek
Secondo i ricercatori è il gene Tek, che attiva i fattori di coagulazione, che influenza la sensibilità al virus. Non tutte le persone che contraggono l'Ebola sviluppano i gravi sintomi che portano alla morte: ritardo nella coagulazione del sangue, febbre emorragica, insufficienza agli organi e shock; alcune persone resistono completamente alla malattia, altre soffrono di una forma moderata. Finora è stato difficile comprendere il motivo di questa differente risposta alla malattia perché non era stato possibile studiare l'Ebola nei topi dal momento che in questi animali il virus non causa tutti i sintomi che provoca nell'uomo. 
L'esperimento
Questo ostacolo è stato superato usando un gruppo geneticamente eterogeneo di topi di laboratorio. Dopo aver contratto il virus, nei primi giorni dell'infezione tutti i topi hanno perso peso. Il 19% di essi ha anche pienamente riacquistato il peso perso nel giro di due settimane ed è sopravvissuto. L'11% degli animali è stato parzialmente resistente e meno della metà è morto. Il 70% dei topi ha avuto mortalità superiore al 50%. Di questi il 19% ha avuto l'infiammazione del fegato senza i sintomi classici dell' Ebola, e il 34% ha avuto ritardi nella coagulazione del sangue e febbre emorragica. 
Una via per il vaccino
''La frequenza delle diverse manifestazioni della malattia in questi topi - rileva Rasmussen - è simile alla varietà osservata nell'epidemia in Africa occidentale''. La differenze risposta dei topi alla malattia secondo lo studio è dovuta al gene Tek, che attiva i fattori di coagulazione, che probabilmente influenza la sensibilità al virus. ''Ci auguriamo - sottolinea Katze - che sia possibile applicare rapidamente questi risultati per lo sviluppo di terapie e vaccini contro l'Ebola”.

Kitsune

tratto da: ansa 

mercoledì 29 ottobre 2014

Esploso il razzo Antares subito dopo il lancio

Distrutta la navetta-cargo Cygnus diretta alla Stazione Spaziale

E' esploso a 15 secondi dal lancio il razzo Antares della Orbital Sciences, una delle aziende che organizza per conto della Nasa i voli per consegnare rifornimenti e materiali scientifici alla Stazione Spaziale Internazionale. Il razzo, che avrebbe dovuto portare in orbita la navetta-cargo Cygnus, era stato lanciato dalla base della Nasa a Wallops, al largo delle coste della Virginia.
avrebbe dovuto essere il terzo volo di una navetta Cygnus tutto sembrava perfettamente regolare al momento del lancio, ma a pochi secondi dalla partenza il razzo è andato in fiamme. Sulle cause non ci sono al momento notizie e le indagini sono in corso. Una delle ipotesi è un guasto ad uno dei motori, l'AJ26, che aveva presentato problemi durante i test avvenuti nel maggio scorso, ma poi superati.
Quello che è certo è che l'incidente costituisce un serio problema per la Orbital Sciences, che con la Nasa ha firmato un contratto da 1,9 miliardi di dollari per almeno otto voli fino al 2016. Fortunatamente nelle 2,2 tonnellate di materiale a bordo della Cygnus e andato perduto nell'esplosione non c'era nulla di cruciale per la sopravvivenza dell'equipaggio della Stazione Spaziale, ha detto il responsabile dei programmi Nasa per la Stazione Spaziale, Mike Suffredini. ''La Stazione Spaziale e il suo equipaggio sono in ottima forma – ha detto Suffredini nella conferenza stampa organizzata dalla Nasa subito dopo l'esplosione – e per gli astronauti ci sono sia rifornimenti sia materiali in abbondanza per un ragionevole periodo''.

Kitsune

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giovedì 23 ottobre 2014

Virus Ebola

Virus pilotato dietro l’epidemia, morto il medico che sapeva ...
Esperimenti top secret. Un medico che sa troppo. Un aereo abbattuto per far tacere chi potrebbe avvertire i giornali. Un virus mutante sfuggito al controllo. C’è un «giallo» ricco di colpi di scena dietro l’epidemia di Ebola che ha infettato Sierra Leone, Liberia, Guinea e Nigeria e ora minaccia il mondo. Una lunga serie di strane coincidenze che partono da Kenema, il centro di ricerche dove lavorava Shiekh Humar Khan, il medico-eroe morto il 29 luglio scorso dopo essere stato contagiato dal virus.

venerdì 17 ottobre 2014

Vedi Marte e poi muori

La morte per soffocamento arriverebbe dopo appena 68 giorni di vita su Marte. Così gli studenti del Mit di Boston bocciano la missione Mars One, lanciata due anni fa dall'imprenditore olandese Bas Lansdorp per portare i primi 4 astronauti sul Pianeta Rosso nel 2025, con un viaggio di sola andata. Secondo il Mit, l'idea di produrre cibo per gli astronauti direttamente su Marte, richiederebbe 200 ettari di terreno e non 50. Se le coltivazioni poi fossero cresciute nello stesso habitat dell'uomo, allora l'ossigeno prodotto dalle piante potrebbe raggiungere livelli così elevati da uccidere i coloni per asfissia dopo soli 68 giorni. Altro problema sono i rifornimenti da Terra che potrebbero partire una volta ogni 26 mesi e arriverebbero su Marte in 180 giorni. E infine l'acqua: al momento le tecnologie necessarie per sciogliere il ghiaccio marziano non sono sicure.

Kitsune

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martedì 14 ottobre 2014

Scoperta un'altra luna attorno alla Terra

È un quasi-satellite catturato in obita terrestre circa 750 anni fa: ci resterà accanto almeno per altri 160 anni

La Terra con due lune
Non ci capiterà mai di osservarla brillare nel cielo. Eppure una nuova luna che accompagna la nostra è stata scoperta da Farid Char, della Chilean University di Antofagasta (Cile). Per essere precisi va detto che il nuovo oggetto naturale non è un vero e proprio satellite, ma un quasi-satellite, ossia un corpo celeste simile a un satellite la cui orbita però non interessa solo la Terra ma anche il Sole.

Esso ruota infatti contemporaneamente attorno alla Terra e al Sole, anche se al termine di un periodo più o meno lungo abbandonerà per sempre l'orbita terrestre. Il nuovo corpo celeste è stato chiamato 2014 OL339 ed è stato osservato 27 volte nell’arco di 36 giorni e così si è riusciti a determinarne l’orbita, che è molto ellittica e irregolare. Esso infatti, gira attorno al Sole in 365 giorni, come la Terra, e ruota attorno al nostro pianeta mentre questo tende a respingerlo.

CON NOI CIRCA 1000 ANNI
La complessa orbita di un quasi-satellite.
L’oggetto è molto piccolo, ha un diametro che va da 90 a 200 metri ed è entrato in orbita terrestre 775 anni fa: ci abbandonerà tra circa 165 anni. Che cosa gli succederà, dopo? «L’evoluzione di questi oggetti è molto difficile da predire, anche se è assai probabile che rimarrà in vicinanza del nostro pianeta per migliaia di anni», ha spiegato Char.

IN TUTTO SONO QUATTRO
Questo quasi satellite, comunque, non è l’unico a orbitare attorno alla Terra. Al momento ve ne sono altri tre che rimarranno in orbita per centinaia di anni. Gli altri pianeti a possedere quasi-satelliti sono Venere, con un oggetto, Nettuno con un oggetto, e Giove, che ne ha ben sei. Tuttavia, dicono gli astronomi, oggetti così piccoli non sono facili da scoprire e quindi si può ragionevolmente ipotizzare che ciascun pianeta ne abbia più d’uno che ancora non abbiamo scoperto.

Kitsune.

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sabato 11 ottobre 2014

Scoperto un super buco nero

Si trova nella più piccola galassia conosciuta

Al centro della piu' piccola galassia mai osservata si trova un gigantesco buco nero, con una massa pari a 21 milioni di volte quella del Sole. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, suggerisce che i buchi neri presenti nell'universo potrebbero essere molto piu' comuni di quanto si pensi. E' infatti la prima volta che un buco nero di queste dimensioni viene scoperto al centro di una galassia nana.

Ad osservare il buco nero nella galassia chiamata M60-UCD1, e' stato il gruppo internazionale di astronomi coordinato da Anil Seth, dell'universita' americana dello Utah. ''M60-UCD1 e' la galassia piu' piccola e luminosa che conosciamo e al centro ha un buco nero supermassiccio", ha detto Seth. Gli astronomi hanno scoperto il buco nero utilizzando i dati raccolti dal telescopio Gemini Nord dell'osservatorio di Mauna Kea, nelle Hawaii, e quelli del telescopio spaziale Hubble.
Secondo i ricercatori molte altre piccole galassie potrebbero ospitare buchi neri giganteschi: strutture del genere potrebbero essere cio' che resta di spaventose collisioni fra galassie. ''Un tempo - ha osservato Seth - la piccola galassia M60-UCD1 era molto grande e aveva circa 10 miliardi di stelle. Forse 10 miliardi di anni fa e' passata troppo vicino al centro di una galassia ancora piu' grande, che le ha strappato le sue stelle".
Distante circa 54 milioni di anni luce dalla Terra (pari a circa 320 miliardi di miliardi di chilometri), la galassia M60-UCD1 ruota attorno ad un'immensa galassia chiamata M60, nel cui centro si trova un buco nero supermassiccio, pari a 4.5 miliardi di volte la massa del nostro Sole, con il quale finira' per fondersi il buco nero della galassia nana.

Kitsune.

tratto da: ansa 

martedì 7 ottobre 2014

Come Harry Potter: ecco il mantello che rende invisibili

Il dispositivo sviluppato dai ricercatori della Rochester University di New York costa circa mille dollari, ma ha ancora bisogno di essere perfezionato.
Rochester Cloak
Esiste davvero il mantello dell'invisibilità di Harry Potter? La risposta è sì! Un'équipe di ricercatori della Rochester University di New York ha infatti appena sviluppato Rochester Cloak, un dispositivo composto di un insieme di quattro lenti che permette, per l'appunto, di nascondere alla vista quello che sitrova al di là del meccanismo.
Il Rochester Cloak è il primo sistema multi-direzionale e tridimensionale che sia stato mai ideato e mostra dei risultati davvero incredibili. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications.
Come funziona il Rochester Cloak 
Il dispositivo è formato da una serie di lenti allineate secondo una distanza specifica. Le lenti devono essere accoppiate e separate in base alla somma delle loro lunghezze focali. Guardando gli oggetti attraverso la prima lente, gli oggetti posti tra il terzo e il quarto obiettivo risulteranno invisibili all’occhio umano mentre lo sfondo resterà visibile.
Il dispositivo costa circa mille dollari e ha ancora bisogno di essere perfezionato.




Kitsune.

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venerdì 3 ottobre 2014

California, esperti temono un disastro nucleare peggiore di Fukushima

Esperti avvisano che la centrale nucleare statunitense gestita dalla Diablo Canyon, potrebbe sconvolgere il Paese, con una Fukushima americano.
Centrale Nucleare Diablo Canyon
California, esperti temono un disastro nucleare peggiore di Fukushima-  Michael Peck, ispettore federale per il nucleare, ha chiesto l’immediato fermo della centrale nucleare di Diablo Canyon, fin quando essa non dimostrerà di essere in grado di sopportare un violento terremoto. Attraverso uno studio di 42 pagine, Peck, ha spiegato che il sito nucleare, si trova su tre linee di faglia molto instabili sismicamente ed il pericolo di un terremoto, ancora più violento di quello avvenuto, lo scorso 24 Agosto, di magnitudo 6.0, potrebbe essere solo un avviso di una scossa devastante in procinto di colpire l’area. In quel caso, più di due milioni di persone, servite di elettricità, attraverso questa centrale, si troverebbero ad affrontare una catastrofe ancora più violenta di Fukushima.
Non c’è dubbio che la forte scossa subita, ha scatenato l’animo di molti che forse prima erano tranquilli. Secondo un sondaggio della stampa americana, la maggior parte dei californiani, non ha l apiù pallida idea, di come proteggersi da un’emergenza nucleare. La notizia è stata divulgata in rete dal sito RT espanol.

Kitsune.

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domenica 28 settembre 2014

Scoperti fossili diversi da ogni specie vivente.

Vissuti 600 milioni di anni fa.

Sembrano alieni, ma sono i microrganismi che popolavano la Terra 600 milioni di anni fa. Sono totalmente diversi da qualsiasi altro essere vivente attuale e la loro storia è un enigma. Di certo, secondo i ricercatori che li descrivono sulla rivista Nature, appartenevano a un gruppo diverso da quello degli antenati comuni agli esseri che oggi vivono sul nostro pianeta.

Sono stati scoperti nella Cina meridionale, nella zona chiamata Formazione Doushantuo, dal gruppo coordinato da Shuhai Xiao, del dipartimento di Geoscienze del Virginia Tech, del quale fanno parte ricercatori dell'Accademia Cinese della Scienze. I fossili sono minuscole sfere assemblate all'interno di un'unica sfera e ricordano l'aspetto di una cellula nel piano del processo di divisione. Erano composti da più cellule e probabilmente appartenevano a un gruppo di animali vissuto prima della grande ''esplosione di vita'' del Cambriano, il periodo compreso fra 485 e 2 milioni di anni fa nel quale è comparso un grandissimo numero di specie.

Secondo i ricercatori i fossili a forma di sfera non possono essere considerati progenitori di nessuna specie attualmente esistente. Sono invece l'occasione per gettare uno sguardo sull'evoluzione dei primissimi esseri multicellulari complessi comparsi sulla Terra. Sono anche diversi dagli altri organismi scoperti in passato nella stessa regione, celebre per l'abbondanza di microfossili, e che potrebbero appartenere a gruppi noti di viventi, come batteri, alghe e perfino embrioni di animali.

I nuovi fossili non sembrano essere nulla del genere, ma di certo - osservano i ricercatori - erano organismi complessi, con cellule capaci di differenziarsi e di programmare la loro morte, cellule germinali destinate alla riproduzione. Non erano quindi forme di vita elementari come i batteri, ma qualcosa di molto più vicino agli organismi multicellulari più complessi. Adesso la sfida è riuscire a trovare loro un posto nell'albero dell'Evoluzione.

Kitsune.

tratto da: ansa

domenica 21 settembre 2014

Scoperto il segreto delle galassie a disco.

Nascono da 'fusioni' cosmiche.

Scoperto il segreto delle galassie a disco, come la nostra Via Lattea, e del perchè sono così comuni nel nostro Universo. Un gruppo di ricercatori, coordinati da Junko Ueda della Japan Society for the Promotion of Science, grazie alle osservazioni compiute con Alma (l'osservatorio astronomico internazionale in Cile), e altri radiotelescopi, hanno trovato le prove che le fusioni di galassie non portano necessariamente alla formazione di galassie ellittiche, ma formano invece molto spesso galassie a disco.
Come spiega lo studio pubblicato sull'Astrophysical Journal Supplement, la maggior parte delle collisioni di galassie nell'universo vicino a noi, cioè a una distanza compresa tra i 40 e 600 milioni di anni-luce dalla Terra, si conclude con la formazione di galassie a disco, che comprendono anche quelle a spirale come la Via Lattea e le galassie lenticolari. Sono composte da regioni di polvere e gas a forma di 'frittella', e sono diverse dalle galassie ellittiche. Per molto tempo gli astronomi hanno ritenuto che le galassie a disco in fusione formassero, alla fine, una galassia a forma ellittica. Durante questi violenti scontri le galassie aumentano la massa mentre si fondono o si mangiano a vicenda, e cambiano anche forma nel tempo.

Per capire qual è la forma finale delle galassie dopo la fusione, gli astronomi hanno studiato la distribuzione di gas in 37 galassie che si trovano nelle fasi finali della collisione, scoprendo così che in quasi tutte le fusioni il gas molecolare è a forma di 'frittella', il che vuol dire che si tratta di galassie a disco in formazione. ''È un inaspettato passo da gigante verso la comprensione del mistero della nascita delle galassie a disco - commenta Ueda - Ora dobbiamo concentrarci sulla formazione di stelle in questi dischi di gas e guardare a maggiore distanza nell'universo''.

Kitsune.

tratto da: ansa 

sabato 20 settembre 2014

Gli europei moderni discendono da tre 'nonni'.

Dna svela anche la parentela con gli indiani d'America.

Sono almeno tre i 'nonni' degli europei moderni. Le antiche popolazioni da cui discendono sono infatti tre e non due, come si era ipotizzato finora: oltre ai cacciatori-raccoglitori originari dell'Europa occidentale e ai primi agricoltori giunti dal Vicino Oriente, è stata identificata anche una terza popolazione che sarebbe arrivata successivamente dal nord dell'Eurasia e da cui discenderebbero pure i primi nativi americani.

Il clamoroso risultato, che ridisegna e amplia il nostro albero genealogico, si deve ad un gruppo di oltre cento ricercatori di tutto il mondo coordinati da David Reich della Harvard medical School di Boston. Il loro studio, che conquista la copertina di Nature, ha messo a confronto il Dna di oltre duemila europei moderni con quello di otto cacciatori-raccoglitori vissuti 8.000 anni fa in Lussemburgo e Svezia, un antico agricoltore di 7.000 anni fa vissuto in Germania e altre sequenza genetiche ricavate da reperti come quelli della mummia Oetzi trovata al confine tra Italia e Austria.

All'inizio dello studio, l'antica popolazione proveniente dal nord dell'Eurasia era considerata dai ricercatori come un 'fantasma': tracce della sua esistenza erano state trovate solo nel Dna dei discendenti moderni. La svolta è arrivata nel 2013, quando in Siberia sono stati trovati i primi reperti ricondubicili a questo antico gruppo, ovvero gli scheletri di due individui vissuti tra 17.000 e 24.000 anni fa.
Dall'analisi dei genomi è poi emersa un'altra importante novità che riguarda i primi agricoltori giunti in Europa dal Vicino oriente circa 8.000 anni fa. Il loro Dna deriverebbe da un altro antichissimo gruppo, battezzato come 'popolazione euroasiatica basale', che è stata la prima a separarsi dal grande gruppo delle popolazioni non-africane

Kitsune.

tratto da: ansa 

lunedì 15 settembre 2014

'Intraviste' nuvole di ghiaccio d'acqua fuori dal Sistema Solare.

A 7 anni luce dalla Terra, ma servono ulteriori conferme.

Nuvole d'acqua ghiacciata 'intraviste' per la prima volta al di fuori del nostro Sistema Solare, si troverebbero nell'atmosfera di una nana bruna, un 'ibrido' tra una stella e un pianeta gigante. Sono descritte sulla rivista Astrophysical Journal Letters dal gruppo dell'Istituto Carnegie di Washington coordinato da Jacqueline Faherty, che le ha osservate grazie al telescopio Magellano Baade.
Quello che hanno visto gli astronomi non sarebbero semplici tracce di vapore d'acqua, ma vere e proprie formazioni nuvolose simili ma la scoperta, accolta con una certa perplessita' dalla comunita' scientifica, ha bisogno ancora di essere confermata da strumenti piu' potenti.

Le nuvole individuate si troverebbero nell'atmosfera di Wise J0855-0714, una nana bruna individuata per la prima volta dal telescopio spaziale Wise nel 2010 a una distanza di appena 7,3 anni luce dalla Terra. Wise J0855-0714 ha una massa circa 3 volte piu' grande del nostro Giove quindi non e' abbastanza grande per riuscire ad 'innescare' le reazioni nucleari che la trasformerebbero in una vera stella ma e' anche troppo grande per poter essere definita come un pianeta. Si tratta dunque di uno strano 'ibrido' definito come nana bruna (non e' luminosa) ma il cui studio permette di comprendere molti dettagli sull'evoluzione delle stelle. Le osservazioni avrebbero mostrato la presenza di acqua ghiacciata nell'atmosfera 'raggruppata' a formare nuvole.

Per Patrizia Caraveo, direttrice dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) "sarebbe la prima volta che si osserva una copertura nuvolosa fatta di cristalli di ghiaccio su un corpo al di fuori del Sistema Solare, ma e' molto difficile confermarne la scoperta: le tracce osservate sono quasi nulle, con i dati attuali". Per averne certezza, ammettono anche gli stessi ricercatori, bisognera' attendere nuove osservazioni che verranno effettuate dal prossimo telescopio spaziale James Webb, il successore di Hubble, che verra' lanciato nei prossimi anni.

Kitsune.

tratto da: ansa 

venerdì 12 settembre 2014

Tempesta solare in arrivo: allerta per il 13 settembre.

A rischio reti elettriche con conseguenti possibili black out.

Il 13 settembre potrebbe essere un giorno difficile per la normale vita dell'uomo moderno sulla Terra. La Nasa ha diramato un annuncio in cui si avverte che proprio in quella data è attesa una tempesta solare che potrebbe avere conseguenze devastanti per il nostro pianeta. I principali rischi potrebbero coinvolgere le telecomunicazioni, i trasporti e le linee elettriche.  Il Solar Dynamics Observatory ha ripreso una "tempesta geomagnetica moderata (G2) avvenuta in seguito ad un'espulsione di massa coronale associata ad un brillamento di classe X1.6", il tutto registrato lo scorso 10 Settembre 2014.
 Nei giorni scorsi i Governi di tutto il mondo sono stati invitati a prendere precauzioni specifiche in previsione dell'evento, per evitare criticità che potrebbero avere conseguenze difficili da risolvere. In Italia un gruppo di scienziati riuniti nello Space Weather Italian Community, sta lavorando per coordinarsi con altri gruppi in Europa e far fronte agli effetti della tempesta, che potrebbero essere anche di lunga durata.

Lo Space Weather Prediction Center della NASA ha reso noto che dalle emissioni radio ottenute dalle onde d'urto del fronte dell'espulsione di massa coronale, la nube si muoveva attraverso l'atmosfera solare a velocità di 3750 km/secondo. L'origine del brillamento è un gruppo di macchie solari chiamate AR2158 e potrebbero originare altre esplosioni in futuro. Sia la AR2158 che la AR2157 sono molto instabili e potrebbero tornare a colpire nelle prossime settimane. 

Il nostro pianeta non è nuovo a questi eventi: altri due eventi simili a quello atteso sono stati registrati nell 16 agosto 1989 e nel 2 aprile 2001. Quel che è certo è che è necessario prepararsi per affrontare eventuali blackout, blocco del sistema delle telecomunicazioni e tilt dei satelliti GPS, elementi fondamentali nella vita moderna dell'uomo sulla Terra. Senza di essi potremmo avere a che fare con un vero e proprio disastro. Proprio per questo motivo sono nati dei gruppi di ricerca che stanno lavorando per predisporre tutte le misure di sicurezza ottimali. 

Lo Space Weather Prediction Center comunque invita a non perdere la calma, indicando una conseguenza consolatoria: la possibilità di osservare bellissime aurore polari causate dall'interazione delle particelle solari con l'atmosfera terrestre.

Kitsune.

tratto da: fonte 

lunedì 8 settembre 2014

Titanosauro, il più grande di tutti.

Ritrovati i resti del dinosauro più grande di sempre.
Sono stati scoperti in Argentina i resti, quasi completi, del più grande dinosauro che sia mai esistito, risalente a 77 milioni di anni fa. Si tratta di una nuova specie erbivora, ribattezzata Dreadnoughtus. Alto 26 metri e del peso di 65 tonnellate popolava le foreste temperate del Sud America.

Pesava 65 tonnellate ed era lungo quasi 26 metri l'esemplare di dinosauro Dreadnoughtus trovato in Patagonia nel 2005. La scoperta, pubblicata su Scientific Reports lo scorso 4 settembre, è opera di un gruppo internazionale di ricerca coordinato da Kenneth Lacovara dell'Università Drexel di Philadelphia. Secondo il ricercatore, si tratta "del miglior ritrovamento di qualsiasi creatura gigante che abbia mia camminato sul nostro pianeta". Il nuovo dinosauro apparteneva ad un gruppo di grandi mangiatori di piante conosciuto come titanosauri. "Questo animale è stato probabilmente sepolto in fretta da un fiume in piena che ha rotto il suo argine naturale, trasformando il terreno in sabbie mobili. La sepoltura rapida e profonda del corpo ci ha regalato una straordinaria completezza. La sua sfortuna è stata la nostra fortuna", ha concluso il ricercatore

Kitsune.

tratto da: RaiNews


venerdì 5 settembre 2014

ExoMars, la rotta per Marte passa per l'Italia.

C'è molta tecnologia italiana nella seconda sonda europea diretta verso il Pianeta Rosso. Il lancio è previsto per il mese di gennaio 2016. Studierà l'ambiente marziano e cercherà tracce di vita.

Nasce da una collaborazione tra l'Agenzia spaziale europea (Esa) e l'omologa russa Roscosmos, ma gran parte della tecnologia a bordo e diversi aspetti della missione sono italiani. La seconda sonda europea diretta verso Marte, ExoMars, sta prendendo forma: il lancio verso il Pianeta Rosso è previsto per il gennaio 2016.
Due missioni tra il 2016 e il 2018
La missione cercherà tracce di vita passata e presente su Marte e punta ad aumentare le conoscenze sull'ambiente marziano, anche dal punto di vista meteorologico, in vista di future missioni umane. "Il progetto ExoMars consta di due diverse missioni – spiega Maria Quaglino, responsabile dello stabilimento torinese di Thales Alenia Space che sta mettendo a punto i diversi componenti della sonda - quella del 2016 che atterrerà su Marte e quella del 2018 che, invece, farà atterrare un rover che sarà controllato da Thales Alenia Space in particolare dal centro di controllo Altec di Torino".
Molta tecnologia italiana 
Gli strumenti italiani su ExoMars, realizzati da Thales e da Selex Galileo, sono quattro. Si tratta di una grande sfida per l'industria aerospaziale europea ed è la seconda sonda dell’Esa verso Marte dopo la Mars Express nel 2003.
Rispetto al rover Curiosity della Nasa, quello di ExoMars avrà anche una trivella in grado di penetrare nel suolo fino a 2 metri di profondità messa a punto dal Politecnico di Milano.

Kitsune.

tratto da: RaiNews 

giovedì 4 settembre 2014

Scosse ravvicinate possono potenziare gli effetti di un terremoto. (200° post !)

Precedente avvenuto in Irpinia, dovuto alla 'somma' delle scosse.

Scosse di terremoto ravvicinate possono 'sommarsi' ed avere effetti ancora più distruttivi: è quello che avvenne nel terremoto dell'Irpinia e che potrebbe succedere anche in futuro in altre regioni italiane. A scoprirlo è un gruppo di ricerca italiano dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia (Ingv) in un articolo pubblicato su Seismological Research Letters.

“In Italia – ha spiegato Anna Tramelli, una delle responsabili dello studio – di solito abbiamo sismi di magnitudo moderata ma che possono avvenire in rapida successione tanto da potersi 'sommare' amplificandone gli effetti. E' quello che è avvenuto nel terremoto del 1980 in Irpinia dove si hanno avute 3 scosse simili a distanza di pochi secondi. Abbiamo scoperto che le scosse si sono così 'sommate', tanto da essere stato percepito come un unico sisma, producendo i danni che conosciamo”.

Analizzando altri terremoti, quelli in Umbria e Marche (1997-98) e in Emilia (2012), dove si sono registrate numerose scosse superiori a magnitudo 5 ma con intervalli di diversi giorni, i ricercatori hanno simulato quello che sarebbe potuto accadere se le scosse fossero state più ravvicinate, come in Irpinia.

“Abbiamo verificato – ha spiegato Tramelli – che il sisma ne sarebbe stato amplificato provocando danni ancora maggiori, due scosse consecutive di magnitudo 5.8 potrebbero infatti avere l'effetto di un terremoto di magnitudo 6 in termini di rilascio di energia”. Scosse così ravvicinate possono avvenire, come nel caso dell'Irpinia, e la scoperta di questo fenomeno di 'amplificazione' suggerisce che l'intensità dei terremoti potrebbe superare i limiti previsti dalle mappe di rischio delle aree di moderata pericolosità sismica.

Kitsune.

tratto da: ansa 

martedì 2 settembre 2014

Magazine illogica

Ecco qua la sorpresa! come avrete capito dal titolo abbiamo pubblicato il primo magazine ufficiale di illogica, i magazine li potete trovare nella pagina "Magazine"!.

speriamo che vi piaccia questa sorpresa! :)

Ci scusiamo per il ritardo, ma abbiamo avuto problemi con il servizio.

Kitsune.



ILLOGICA

Vi vogliamo riproporvi il primo post pubblicato su illogica! il 2 settembre 2013.

-ILLOGICA-

Che non è regolato o guidato dalla logica e, per
estensione, dal buon senso?.  


Kitsune. 





Auguri ILLOGICA!!!

Esatto oggi è il compleanno di illogica! compie un anno!

Siamo molto felici di come siamo riusciti  a sviluppare  questo sito, ma abbiamo ancora molte novità da aggiungere!






Vi anticipiamo alcune novità che introdurremo molto presto:

- un nuovo forum! (il forum diventerà il cuore del sito)
- ci siamo dati un obbiettivo per l'anno a venire vogliomo pubblicare 365 post
- rifaremo da 0 l'app e la webapp
- aumenteremo le notizie!

e..

illogica e il team hanno deciso di farvi una sorpresa, anche se non è il vostro compleanno :) , per la sorpresa dovete aspettare le 21.30 di questa sera, a dopo! :)

Kitsune.


lunedì 25 agosto 2014

Il Sole si 'risveglia', dopo un lungo silenzio.

Ha disturbato le trasmissioni radio nell'emisfero Nord.

Dopo settimane di calma piatta il Sole si è improvvisamente risvegliato con un'eruzione che nell'emisfero Nord ha provocato disturbi nelle trasmissioni radio, fortunatamente superati in breve tempo. 
E' stato il satellite Solar Dynamics Observatory (Sdo) della Nasa ad osservare la ripresa dell'attività del Sole, individuando la macchia AR2149, che ha provocato un'eruzione di media intensità scagliando verso la Terra uno sciame di particelle elettricamente cariche. Secondo gli esperti dell'Agenzia statunitense per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) l'attività del Sole potrebbe continuare anche nei prossimi giorni.

''Potrebbe anche intensificarsi, ma non ci sono ancora indicazioni precise in questo senso", ha commentato Mauro Messerotti, dell'Osservatorio Astronomico di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). ''In questo periodo - prosegue - l'attività solare non è stata molto intensa e per comprendere meglio l'evolversi della situazione bisognerà aspettare e vedere come si svilupperanno gli eventi. Al momento, comunque, non c'è nessun allarme".

Kitsune.

tratto da: ansa 

domenica 24 agosto 2014

Riscritta la fine dei Neanderthal!.

Dopo una meritata vacanza, siamo tornati a lavoro!.
Si sono estinti 40.000 anni fa!.

 L'uomo di Neanderthal si è estinto ben prima di quanto si pensasse, circa 40.000 anni fa. La sua scomparsa dal continente europeo è avvenuta gradualmente, a macchia di leopardo, dando così la possibilità di 'incontri ravvicinati' con gli uomini moderni che avevano già fatto la loro comparsa in diverse zone, come nel sud Italia.

A rivelarlo è la datazione ultra precisa dei reperti archeologici raccolti in 40 siti sparsi dalla Russia fino alla Spagna. Lo studio, pubblicato su Nature, è stato condotto dagli archeologi dell'università di Oxford guidati da Tom Higham, in collaborazione con diversi ricercatori delle università di Genova, Trento, Ferrara e Siena.
Secondo la nuova ricostruzione, l'uomo moderno e il Neanderthal sono stati scomodi vicini di casa per periodi di tempo che variano da regione a regione, fino ad un massimo di quasi 5.400 anni nel sud dell'Europa: un tempo più che sufficiente per dare vita a scambi di tipo culturale e genetico. L'estremo rifugio degli ultimi Neanderthal prima dell'estinzione sarebbe stata la Francia circa 40.000 anni fa, mentre non ci sono prove che confermino la presenza di superstiti oltre questa epoca nella penisola iberica.
Per riscrivere questa pagina della preistoria, i ricercatori hanno accuratamente selezionato reperti (ossa e manufatti) provenienti da 40 siti sparsi tra le sponde dell'Atlantico fino a quelle del mar Nero. Per quanto riguarda l'Italia, in particolare, sono stati studiati reperti provenienti dalla Grotta del Cavallo e dal Riparo l'Oscurusciuto in Puglia, dal Riparo Bombrini in Liguria, dalla Grotta di Fumane in Veneto e da Castelcivita in Campania. I reperti sono stati sottoposti ad una innovativa tecnica di datazione ad altissima precisione, messa a punto nei laboratori di Oxford, basata sulla spettrometria di massa con acceleratore.

Team Kitsune.

tratto da: ansa 

sabato 16 agosto 2014

Bimbo ricorda vita passata e riconosce chi lo aveva ucciso e il luogo dove era stato sepolto.

E’ successo nella regione del Golan vicino al confine tra Israele e la Siria. Un bimbo, dell’ età di tre anni, ha ricordato una sua vita precedente, raccontando di essere stato ucciso con un’ ascia.
Accompagnato nel villaggio ha mostrato agli anziani il posto in cui l’ assassino aveva sepolto il suo corpo e, proprio dove aveva indicato il bambino, hanno trovato uno scheletro; dopodichè, il bimbo ha mostrato che, sempre in quel luogo, era stata sepolta  anche l’ arma del delitto. Dopo aver scavato, con la sorpresa di tutti, è stata ritrovata anche un’ ascia.

sabato 9 agosto 2014

C'è Super Luna, a rischio spettacolo stelle cadenti S.Lorenzo.

Ma desideri 'garantiti' con altri sciami.

Desideri salvi nonostante la super Luna: domenica 10 la Luna raggiungerà il massimo annuale della luminosità, tanto da 'cancellare' la vista di molte delle stelle cadenti di San Lorenzo, ma lo spettacolo sarà comunque assicurato nei giorni successivi con sciami di meteore fino a fine mese. A confortare gli amanti del cielo notturno ci saranno Venere e Giove che si 'sfioreranno' all'alba del 18, diventando tanto luminosi che l'ultima volta le loro luci furono scambiate per Ufo.

"La Luna particolarmente luminosa - Paolo Volpini dell'Unione Astrofili Italiana - prevista per il 10 darà certamente fastidio, ma lo spettacolo delle stelle cadenti sarà comunque assicurato". Il picco delle meteore di San Lorenzo, le cosiddette Perseidi, è infatti previsto per il 12 agosto quando la Luna avrà iniziato la fase calante e poco dopo si potrà assistere ad altri sciami di meteore, ossia le Kappa Cignidi pochi giorni dopo.
Per quelli che non saranno però riusciti a soddisfare tutti i desideri si segnala la congiunzione super spettacolare dei due 'oggetti' più luminosi del cielo: Venere e Giove in congiunzione, con il massimo avvicinamento all'alba del 18. "L'ultima volta - ha aggiunto Volpini - le loro luci furono scambiate per Ufo".

Kitsune.

tratto da: fonte 

mercoledì 6 agosto 2014

Un vortice di 2mila km: la Nasa fotografa l’ «occhio» di Saturno.

Un’immagine incredibile mostra un grande vortice al Polo Nord del pianeta, ripreso dalla sonda Cassini.

Un’impressionante immagine pubblicata martedì dalla Nasa mostra una specie di enorme occhio: è un vortice gigante, ripreso dall’obiettivo della sonda Cassini, al Polo Nord di Saturno. L’occhio del ciclone ha un diametro di circa 2mila chilometri e si muove con una velocità di 150 metri al secondo.
L’immagine è stata scattata dalla sonda della Nasa Cassini (in orbita da 7 anni), il 2 aprile 2014, usando una combinazione di filtri speciali. L’immagine è stata ottenuta da una distanza di circa 2, 2 milioni di chilometri da Saturno, con un angolo di 43 gradi. La scala è di 13 chilometri/pixel.  
I geyser di Encelado.
Il pianeta gigante riserva molte altre sorprese. Sono ben 101 i geyser scoperti su una delle più misteriose lune di Saturno, Encelado, e le prime analisi suggeriscono la possibilità che attraverso essi l’acqua liquida dell’oceano nascosto sotto i ghiacci possa raggiungere la superficie. La scoperta, pubblicata in due articoli sull’Astronomical Journal, si deve ai dati raccolti dalla sonda Cassini, nata dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Le osservazioni sono state condotte negli ultimi sette anni nell’area del Polo Sud della piccola luna ghiacciata, una zona da tempo all’attenzione degli studiosi a causa delle strane fratture che, viste dall’alto, ricordano le strisce di una tigre. È in questa zona che nel 2005 sono stati osservati i primi geyser che portano in superficie particelle di ghiaccio e vapore acqueo. Adesso la mappa è stata completata, con la localizzazione di 101 geyser nel Polo Sud di Encelado.

Kitsune.

tratto da: fonte 

martedì 5 agosto 2014

Cratere misterioso in Siberia, dopo l'ipotesi Ufo la spiegazione degli scienziati.

Un grosso cratere scoperto a Yamal, in Siberia, ha scatenato la fantasia degli appassionati di Ufo e fenomeni extraterrestri, ma a spegnere l'entusiasmo arriva la scienza.
La grossa voragine, dal diamentro massimo di 262 metri, sarebbe da attribuire, anche se indirettamente, al surriscaldamento globale. Secondo gli esperti, infatti, l'esplosione che ha provocato l'apertura del cratere potrebbe essere attribuibile allo scioglimento del permafrost, lo strato ghiacciato al di sotto della crosta terrestre, che avrebbe rilasciato dei gas. Questi, intrappolati sotto la superficie, avrebbero causato una pressione tale da fuoriscire nell'esplosione che ha generato la voragine.