sabato 20 dicembre 2014

Scoperta una superterra distante 180 anni luce

Di nuovo attivo il cacciatore di pianeti Kepker

Rappresentazione grafica della superterra Kepker-62f
E' di nuovo attivo il cacciatore di pianeti della Nasa, il satellite Kepler, e scopre un pianeta poco più grande della Terra ma probabilmente troppo caldo per ospitare forme di vita simili a quelle terrestri. 
Del diametro 2,5 volte quello della Terra, il pianeta si chiama HIP 116454b, e si trova a 180 anni luce da noi nella costellazione dei Pesci. La sua orbita è molto veloce, dura solo nove giorni, e la sua stella è più piccola e più calda del Sole.
In via di pubblicazione sull' Astrophysical Journal, la scoperta inaugura la 'nuova vita' di Kepler siglata K2 che estende gli obiettivi della missione alla ricerca di pianeti simili alla Terra in grado di ospitare la vita alle stelle vicine e all'osservazione di ammassi stellari, galassie e supernove. Inoltre, sottolinea Paul Hertz, direttore della divisione astrofisica della Nasa, Kepler selezionerà i pianeti da studiare poi con il telescopio spaziale James Webb, che sarà il successore di Hubble, per analizzare le loro atmosfere e cercare per le firme della vita.
Kepler cerca i pianeti con la tecnica dei transiti: quando il pianeta passa davanti al disco della sua stella c'è un calo di luce nella luminosità dell'astro, indizio che un pianeta ha occultato una porzione di stella. Per osservare queste oscillazioni nella luce delle stelle c'è bisogno di precisione assoluta nelle misure sulla luminosità, garantite dalla stabilità del sistema di puntamento.
Per ottenere questo è cruciale mantenere stabile l'assetto del telescopio spaziale con strumenti chiamati ruote di reazione. La scorsa estate si era rotta una delle quattro ruote di reazione di Kepler mettendo fuori uso il telescopio spaziale. Ma ora i ricercatori della Nasa hanno usato una nuova strategia per mantenere stabile il puntamento: la pressione della luce del Sole è usata come forza, insieme alle altre tre ruote di reazione, per mantenere stabile la posizione del telescopio.

Kitsune

tratto da: ansa

martedì 16 dicembre 2014

L'acceleratore Lhc si riaccenderà a marzo 2015

Il primo gruppo di magneti ha già raggiunto energia record

Il piu' grande e potente acceleratore di particelle al mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, 'scalda i muscoli' per preparasi a entrare in funzione nel marzo 2015. Lo ha annunciato il Consiglio del Cern.
Il gigante scalda i muscoli
Il 9 dicembre scorso, si legge nel sito Lhc Italia dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), i magneti superconduttori di un primo settore dell'acceleratore hanno raggiunto per la prima volta le prestazioni necessarie per far circolare fasci di protoni all'energia record di 6.500 miliardi di elettronvolt (6,5 TeV), mai raggiunta finora da nessun acceleratore. Durante questo secondo ciclo di operativita', della durata di tre anni, l'acceleratore lavorera' ad un'energia quasi doppia rispetto a quella degli inizi: l'obiettivo ambizioso e' quello di arrivare ad ottenere collisioni ad un'energia mai raggiunta finora in nessun acceleratore al mondo, pari a 13.000 miliardi di elettronvolt (TeV).
Verso la nuova fisica
Dopo due anni di pausa, dunque, Lhc si prepara ad affrontare questo secondo 'run', destinato a svelare le nuove frontiere della fisica delle particelle dopo il successo della scoperta del bosone di Higgs. ''E' un passo molto importate e ben preparato e a cui l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) ha contribuito con molto impegno'', afferma Antonio Zoccoli, della giunta esecutiva Infn. ''Lo stop tecnico di questi due anni - aggiunge - ha consentito agli esperimenti di lavorare per migliorare gli apparati sperimentali e i detector in vista della ripartenza e del nuovo periodo di presa dati che potrebbe portare a nuove scoperte e svelare nuove frontiere della fisica delle particelle''.
Nei mesi scorsi la macchina e' stata progressivamente raffreddata e raggiungerà la temperatura di circa 1.9 gradi kelvin (pari a -271 gradi centigradi), vicinissima allo zero assoluto. Tutti i team sono al lavoro per testare la macchina prima del primo giro di protoni, previsto per la primavera 2015.

Kitsune

tratto da: ansa

martedì 9 dicembre 2014

Marte era ricco di laghi, più facile trovare tracce di vita passata

Lo indicano i dati del robot Curiosity della Nasa


Marte era costellato di laghi: lo indicano i dati del robot laboratorio della Nasa Curiosity, che dall'agosto 2012 sta esplorando il grande cratere Gale. Questo stesso gigantesco cratere è stato occupato per milioni di anni da un grande lago e il Monte Sharp, che si trova al centro del cratere, potrebbe essersi formato dai sedimenti del lago.

E' una scoperta importante sia in vista delle missioni umane sul pianeta rosso, sia di altre missioni che puntano a scoprire indizi di vita passata. ''Le scoperte sull'evoluzione dell'ambiente di Marte contribuiranno ad orientare le future missioni a caccia di segni di vita marziana'', ha osservato Michael Meyer, del programma per l'esplorazione di Marte della Nasa. Alto ben cinque chilometri, il monte Sharp è molto stratificato: i fianchi alla sua base sono formati da centinaia di strati di rocce. Perché questa montagna così stratificata si trovi in un cratere è stato finora difficile da spiegare.

Tutti i dati finora raccolti suggeriscono che Marte possa avere avuto in passato un clima mite e umido per un periodo molto lungo, tanto da poter garantire l'esistenza di laghi in molte regioni. ''La nostra ipotesi - sottolinea Ashwin Vasavada, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa - contesta l'idea che le condizioni calde e umide siano state transitorie, locali, o solo sotterranee su Marte''.





Kitsune

tratto da: ansa







mercoledì 3 dicembre 2014

Misterioso 'Ufo' russo preoccupa l'Occidente

Vaga nello spazio da maggio, potrebbe essere un satellite-killer

Un 'misterioso' oggetto russo disturba i sonni delle agenzie spaziale occidentali: si tratta di 'Object 2014-28E', inizialmente catalogato come detrito dopo il lancio di un razzo russo per mettere in orbita tre satelliti, lo scorso maggio. Ma l'oggetto misterioso ha iniziato a muoversi, avvicinandosi ad altre installazioni spaziali russe, scrive il Financial Times, e scatenando la curiosità e le preoccupazioni degli astronomi.
Potrebbe trattarsi di un 'ammazza-satelliti', spiegano gli esperti, che non sono in grado di capire se '2014-28E' (catalogato dal Norad come 39765) abbia scopi civili o militari. "Qualsiasi cosa sia, sembra abbia funzioni sperimentali", afferma Patricia Lewis, del think-tank Chatham House: "Potrebbe avere diverse funzioni, forse è un sistema di agganciamento, o forse un meccanismo per sparare ad altri satelliti, per lanciare cyber attacchi o oscurare il segnale con jamming".
Secondo Ft, la Cina ha dimostrato nel 2007 di essere in grado di abbattere un satellite con un missile, una capacità mostrata anche dagli Usa un anno dopo, nel 2008. Ufficialmente la Russia ha sospeso il suo programma sui satelliti killer, Istrebitel Sputnikov, subito dopo la fine della Guerra Fredda. Tuttavia nel 2010 l'allora comandante della forze spaziali, Oleg Ostapenko, che oggi è a capo dell'agenzia spaziale russa, accennò alla ripresa del programma. Insomma, le Star Wars protagoniste della scena a fine Anni 80 sembrano essere a portata di mano: l'Object 2014-28E potrebbe segnare l'inizio di una nuova stagione di confronti spaziali.

Kitsune

tratto da: fonte

martedì 2 dicembre 2014

Un tris di asteroidi si avvicina alla Terra

Il primo appuntamento in diretta streaming con il Virtual Telescope


Un tris di asteroidi sta per avvicinarsi alla Terra: il primo del gruppo ha un diametro di 20 metri e passerà il 2 dicembre alle 5,51 (ora italiana), gli altri due ci 'sfioreranno' il 7 e il 10 dicembre.
Il primo asteroide, indicato con la sigla 2014 WC201, al momento del massimo avvicinamento alla Terra si troverà alla distanza di 540.000 chilometri, ossia 1,4 volte la distanza della Luna. ''Ovviamente è una distanza di tutta sicurezza, ma è comunque una circostanza spettacolare per osservare il passaggio'', spiega l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma.
Il passaggio potrà essere osservato sul canale Scienza e Tecnica dell'ANSA, in diretta streaming con il Virtual Telescope a partire dalla mezzanotte del primo dicembre.
Il 'sasso' celeste sarà difficile da osservare con piccoli telescopi, ma si potrà tentare di fotografarlo anche con strumenti amatoriali.
Al momento del massimo avvicinamento, spiega l'astrofisico, l'asteroide sarà nella costellazione dei Cani da caccia mentre quando comincia la diretta si troverà nella costellazione dell'Orsa Maggiore.
Il 7 dicembre l'asteroide 2014 WX202 passerà ancora più vicino: con un diametro di appena cinque metri, raggiungerà la minima distanza dalla Terra di 385.000 chilometri (quasi la stessa distanza della Luna, che si trova a 384 mila chilometri) alle ore 20,56 italiane.
A chiudere la 'sfilata' è l’asteroide 2014 WU200, del diametro di circa sei metri: raggiungerà il massimo avvicinamento alla Terra il 10 dicembre alle ore 17,15 italiane, quando transiterà a 460.000 chilometri dal nostro pianeta.



Kitsune

tratto da: fonte