giovedì 4 settembre 2014

Scosse ravvicinate possono potenziare gli effetti di un terremoto. (200° post !)

Precedente avvenuto in Irpinia, dovuto alla 'somma' delle scosse.

Scosse di terremoto ravvicinate possono 'sommarsi' ed avere effetti ancora più distruttivi: è quello che avvenne nel terremoto dell'Irpinia e che potrebbe succedere anche in futuro in altre regioni italiane. A scoprirlo è un gruppo di ricerca italiano dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia (Ingv) in un articolo pubblicato su Seismological Research Letters.

“In Italia – ha spiegato Anna Tramelli, una delle responsabili dello studio – di solito abbiamo sismi di magnitudo moderata ma che possono avvenire in rapida successione tanto da potersi 'sommare' amplificandone gli effetti. E' quello che è avvenuto nel terremoto del 1980 in Irpinia dove si hanno avute 3 scosse simili a distanza di pochi secondi. Abbiamo scoperto che le scosse si sono così 'sommate', tanto da essere stato percepito come un unico sisma, producendo i danni che conosciamo”.

Analizzando altri terremoti, quelli in Umbria e Marche (1997-98) e in Emilia (2012), dove si sono registrate numerose scosse superiori a magnitudo 5 ma con intervalli di diversi giorni, i ricercatori hanno simulato quello che sarebbe potuto accadere se le scosse fossero state più ravvicinate, come in Irpinia.

“Abbiamo verificato – ha spiegato Tramelli – che il sisma ne sarebbe stato amplificato provocando danni ancora maggiori, due scosse consecutive di magnitudo 5.8 potrebbero infatti avere l'effetto di un terremoto di magnitudo 6 in termini di rilascio di energia”. Scosse così ravvicinate possono avvenire, come nel caso dell'Irpinia, e la scoperta di questo fenomeno di 'amplificazione' suggerisce che l'intensità dei terremoti potrebbe superare i limiti previsti dalle mappe di rischio delle aree di moderata pericolosità sismica.

Kitsune.

tratto da: ansa 

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