La notizia che pubblichiamo di seguito
proviene dall’Istituo Nazionale di Astrofisica INAF, dove si parla di
una scoperta che confermerebbe una vecchia teoria degli anni ’80.
Usando la tecnologia esistente e senza il coinvolgimento di massicce
particelle ad alta energia sarà possibile creare materia da un fascio di
luce. Come si legge su Nature Photonics, dove è stato pubblicato lo
studio, per la prima volta l’ipotesi di Breit e Wheeler formulata nel
1934 potrebbe essere stata provata.
Nuovi
passi in avanti verso il completo controllo della luce da parte degli
scienziati. Un gruppo di fisici dell’Imperial College di Londra, Regno
Unito, ha scoperto come passare dalla luce alla materia in pochi
“semplici” passi, dopo 80 anni da quando, per la prima volta, venne
teorizzata questa possibilità. Creare la materia dalla luce è tra gli
obiettivi più suggestivi della elettrodinamica quantistica e questa
volta il gruppo di fisici, in collaborazione con il Max-Planck-Institut
für Kernphysik, sembra aver centrato il bersaglio, provando la teoria
degli scienziati Gregory Breit e John Wheeler, i quali, nel 1934,
suggerirono che poteva sarebbe stato possibile un giorno trasformare la
luce in materia “semplicemente” facendo scontrare due fotoni (le
particelle elementari della luce) creando così un elettrone e un
positrone. Prima di allora non era mai stato teorizzato un metodo tanto
semplice, anche se i due scienziati non si sarebbero mai aspettati che,
80 anni dopo, qualcuno sarebbe stato in grado di dimostrarlo
fisicamente. Numerosi test in passato hanno tentato l’impresa
utilizzando sempre le particelle ad alta energia ma senza mai
raggiungere il risultato desiderato.
Lo studio è
stato pubblicato su Nature photonics e mostra quello che gli scienziati
hanno chiamato “photon-photon collider” (collisore di fotoni) , un
esperimento che potrebbe ricreare un processo che è stato importante nei
primi 100 secondi dell’Universo e che è presente anche nei lampi di
raggi gamma (i Gamma-Ray Burst, o GRB, le più grandi esplosioni che
avvengono nell’Universo). Steve Rose, del Dipartimento di Fisica
dell’Imperial College ha detto: “Nonostante tutti i fisici abbiano
sempre accolto la teoria come vera, quando Breit e Wheeler la proposero
per la prima volta dissero che non si sarebbero mai aspettati che
venisse provata in laboratorio. Oggi possiamo dire che si sono
sbagliati. Ciò che è più sorprendente per noi è stato scoprire che per
passare dalla luce alla materia si può utilizzare la tecnologia che
abbiamo oggi nel Regno Unito”.
L’esperimento prevederà due fasi: in primo
luogo, gli scienziati useranno un potentissimo laser ad alta intensità
per accelerare elettroni poco sotto la velocità della luce e questi
verranno sparati contro una lastra d’oro per creare un fascio di fotoni
un miliardo di volte più energetici della luce visibile. Il passo
successivo coinvolge un piccolo dispositivo chiamato in gergo tecnico
hohlraum (che è il termine tedesco per “stanza vuota”, “cavità”), una
sorta di lattina dorata. All’interno di questo dispositivo i fisici
spareranno un laser ad alta energia per creare un campo di radiazione
termica, generando luce simile a quella emessa dalle stelle. Il fine
dell’esperimento è dirigere il fascio di fotoni dalla lastra d’oro
attraverso il centro dell’hohlraum, dove impatterebbero con quelli
prodotti dal riscaldamento della cavità. Gli elettroni e i positroni
prodotti negli scontri fotone-fotone sarebbero poi facilmente
identificabili una volta usciti dalla cavità.
Il primo
autore dello studio, Oliver Pike, ha spiegato: ”Anche se la teoria è
concettualmente semplice, è stato molto difficile verificarla in
laboratorio. Siamo stati in grado di sviluppare l’idea per il collider
molto rapidamente e il disegno sperimentale che proponiamo può essere
realizzato con relativa facilità sfruttando la tecnologia esistente.
Pensando a come sfruttare gli hohlraum, al di fuori delle loro
applicazioni nell’ambito della ricerca sull’energia da fusione, siamo
stati sorpresi di scoprire nel giro di poche ore che questi dispositivi
sono ideali per creare un collisore di fotoni”.
Di recente
la comunità scientifica è stata molto attiva nell’abito della ricerca
sul controllo della luce: un gruppo di ricercatori del MIT di Cambridge
ha creato, infatti, un filtro che permette di separare la luce a seconda
della direzione di propagazione, e, non molto tempo fa, un altro gruppo
di fisici ha creato una nuova forma di materia, la cosiddetta “molecola
di luce”, che verrà utilizzata in futuro anche in qualche forma di luce
“tangibile”, come sculture di luce, spade laser o addirittura computer
quantistici, il futuro della fisica.
Team ILLOGICA.
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