La scoperta riguarda infatti una cinquantina di cerri, ritrovati con le radici ben in vista e disposti in terra come se fossero stati estratti dal terreno in modo da formare un semicerchio. Un evento che ricorda gli enormi faggi, scoperti all’altezza del Primo rifugio sul monte Amiata nel maggio 2006 e disposti anch’essi in un modo apparentemente non casuale.
Il fenomeno, a cui nessuno ha saputo dare una risposta valida, si affianca così al mistero di un presunto masso, esploso nel novembre del 2012, a pochi chilometri da Abbadia San Salvatore in località Ermeta, in cui furono ritrovati alberi falciati e divelti a diversi metri di distanza.

Il fatto ha destato immediato interesse, perché in quel periodo vi erano stati numerosi avvistamenti di oggetti luminosi nel cielo sovrastante Tarquinia-Fiumicino-Viterbo, uno dei quali risultò essere un meteorite che, probabilmente, cadde in mare.
Durante i primi sopralluoghi, subito dopo la nostra scoperta dell’evento, il 7 febbraio 1997, non ci si rese conto delle reali dimensioni del fenomeno: si parlava di una trentina di alberi abbattuti, alcuni dei quali riportavano delle strane bruciature sulla base dei tronchi. Numerose furono le ipotesi, tra cui ricordiamo il mancato atterraggio di un UFO, oppure la caduta di un frammento di cometa (una mini Tunguska italiana), un vecchio incendio, una recente nevicata, fulmini globulari, muffe nere, lo scarico e la deflagrazione di carburante di un aereo a bassa quota, ecc. Precisiamo subito che il problema è tuttora aperto.
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