giovedì 16 gennaio 2014

Mistero su Monte Penna: trovati alberi sradicati con le radici in vista e disposti in cerchio

Il quotidiano on-line grossetooggi.net ha pubblicato la notizia del ritrovamento di una cinquantina di alberi trovati sradicati con le radici in vista e disposti in cerchio.  Il fatto è accaduto su Monte Penna e il fenomeno ricorda i faggi ritrovati nel 2006 sull’Amiata con le radici in vista e disposti anch’essi in cerchio.Questa volta il fenomeno, che sembra essere privo di spiegazione, non si è verificato nel versante senese dell’Amiata, ma sul monte Penna nel comune di Castell’Azzarra.
La scoperta riguarda infatti una cinquantina di cerri, ritrovati con le radici ben in vista e disposti in terra come se fossero stati estratti dal terreno in modo da formare un semicerchio. Un evento che ricorda gli enormi faggi, scoperti all’altezza del Primo rifugio sul monte Amiata nel maggio 2006 e disposti anch’essi in un modo apparentemente non casuale.
Il fenomeno, a cui nessuno ha saputo dare una risposta valida, si affianca così al mistero di un presunto masso, esploso nel novembre del 2012, a pochi chilometri da Abbadia San Salvatore in località Ermeta, in cui furono ritrovati alberi falciati e divelti a diversi metri di distanza.

Il fatto accaduto su Monte Penna, ricorda molto il  fenomeno della pineta della Roccaccia che si trova vicino Tarquinia. Tutto accadde nella seconda metà di gennaio del 1997 quando Massimo Fratini e Adriano Forgione si interessarono di un fatto identico a quello accaduto su Monte Penna e su Monte Amiata. Allora le indagini furono svolte dai due ricercatori italiani, insieme al Prof. Fabrizio Aumento famoso Geologo dell’Università di Nuova Scozia (Canada) che dedicò una seria ricerca sul fenomeno. Il prof. Aumento aveva tirato su una vera e propria teoria, sul fatto che  una massa di energia, tuttora sconosciuta,  si era abbattuta sulla pineta dell’Università Agraria di Tarquinia, in località “La Roccaccia”, nel triangolo compreso fra Tarquinia, Tuscania e Montalto di Castro, abbattendo cinquanta e più alberi.
Il fatto ha destato immediato interesse, perché in quel periodo vi erano stati numerosi avvistamenti di oggetti luminosi nel cielo sovrastante Tarquinia-Fiumicino-Viterbo, uno dei quali risultò essere un meteorite che, probabilmente, cadde in mare.

Durante i primi sopralluoghi, subito dopo la nostra scoperta dell’evento, il 7 febbraio 1997, non ci si rese conto delle reali dimensioni del fenomeno: si parlava di una trentina di alberi abbattuti, alcuni dei quali riportavano delle strane bruciature sulla base dei tronchi. Numerose furono le ipotesi, tra cui ricordiamo il mancato atterraggio di un UFO, oppure la caduta di un frammento di cometa (una mini Tunguska italiana), un vecchio incendio, una recente nevicata, fulmini globulari, muffe nere, lo scarico e la deflagrazione di carburante di un aereo a bassa quota, ecc. Precisiamo subito che il problema è tuttora aperto.

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