In un’isola sperduta dell’ Oceano Indiano la tribù Sentinelese vive ancora come migliaia di anni fa e “scaccia” qualunque tipo di contatto esterno; nel 2006 gli indigeni arrivarono ad uccidere due pescatori per essersi avvicinati troppo alle loro coste.
Nel bel mezzo dell’ Oceano Indiano c’è una bellissima isola dalle spiagge bianche ed il mare cristallino. La meta perfetta per qualunque turista in cerca di un paesaggio mozzafiato come quello caraibico. In realtà, in quest’isola i turisti sono banditi, o meglio, sono “cacciati” dalla popolazione del luogo. L’isola infatti è ancora abitata dagli indigeni che sono rimasti come intrappolati nel tempo e vivono come migliaia di anni fa, tanto che, quando vedono uno”straniero” approdare sulla loro proprietà cercano di mandarlo via con le loro rudimentali armi ed in casi estremi, come nel 2006, lo uccidono.

Anche oggi, nel 2015, tutto è rimasto tale: nel 2006 le tribù ostili allo straniero, pur di scacciare i visitatori dal loro territorio hanno ucciso due uomini che stavano pescando nella zona Nord dell’ Isola. La loro ostilità li ha portati al punto di attaccare qualunque cosa si avvicini al territorio, sia via mare che anche per via aerea, tant’è che in alcune foto sono stati immortalati mentre lanciano pietre e sparano frecce agli elicotteri ed aerei che sorvolano il loro cielo.
Ad oggi non è stato possibile neanche scattare foto di alta qualità, capaci di documentare la loro vita isolana, proprio perchè è impossibile avvicinarsi a meno di 3 miglia dalle coste. La popolazione vive ancora di caccia e raccolta di frutti spontanei; da quanto si è potuto constatare osservando le poche immagini dell’isola, è che non vi è traccia di pratiche agricole e la lingua rimane inclassificabile. Risulta inoltre difficile stimare il numero di persone che compongono la tribù proprio a causa dell’impossibilità di recarsi sull’isola per effettuare un censimento.


Kitsune
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